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LARARIO CLESSIDRA LUCERNA STRIGILE TABULA
GROMA LIVELLA SEGA TRAPANO GRU
STADERA SISTRO TUBA CORNO SIRINGA
 
CETRA CIMBALI PALLADIO MERIDIANA  

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LARARIO - LARARIUM

Era il sacrario domestico della casa romana, destinato al culto dei Lares, divinità identificate con le anime dei defunti, che proteggevano la casa. Consisteva per lo più in un tempietto, posto in una nicchia di una parete o accanto al focolare, adornato con dipinti e statuette rappresentanti i Lari e con offerte votive. Il larario veniva aperto in occasione di feste familiari, per far partecipare questi spiriti benigni alle gioie dei vivi.

G. PAOLETTI: “Di Alessandro Severo imperatore si narra che teneva nel suo larario, con le figure di Cristo Nostro Signore, quelle di Abraham e insieme di Orfeo, di Apollonio e d’ alcuni imperatori più stimati, i quali onorava come dei.

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CLESSIDRA - CLEPSIDRA

Orologio ad acqua introdotto a Roma nel II sec. a.C. E’ formato da un vaso superiore da cui defluisce il liquido lentamente, attraverso un foro praticato nel fondo, in un altro vaso inferiore. Dall’ altezza del livello dell’ acqua raggiunta nel vaso inferiore si deduce la misura del tempo trascorso. L’ indicazione è data da un galleggiante, che innalzandosi con l’ aumentare dell’ acqua caduta nel vaso inferiore, fa girare un rullo solidale alla lancetta dell’ orologio. La clessidra era usata nei processi per misurare il tempo concesso ad ogni oratore per parlare (2 clessidre corrispondevano a 24 minuti).

CICERONE: “…binas clepsydras petere…” (chiedere di    parlare per la durata di due clessidre).

APPROFONDIMENTO

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LA LUCERNA

La lucerna, insieme alla torcia ed alla candela, può essere considerata il principale strumento d’ illuminazione dell’ antichità. Era realizzata in pietra, in vetro, in metallo; ma la più diffusa fu certamente quella in terracotta. Oltre alla funzione domestica, aveva anche un uso beneaugurate, religioso, votivo e soprattutto funerario. Come combustibile è noto l’ olio d’ oliva; ma è presumibile l’ impiego di altri oli, come quello di noce, di sesamo, di ricino, di pesce, di grassi animali o di oli minerali. Lo stoppino era costituito da materiali fibrosi intrecciati, che assorbivano il combustibile e lo conducevano alla fiamma che lo bruciava.

TASSO: “O lucerna, d’ amor ministra e serva, tu sola i baci di Leandro e d’ Ero vedesti”.

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STRIGILE - STRIGILIS

Strumento di bronzo, di ferro o di osso, a forma di pettine, dotato di un manico diritto e di una lama ricurva e concava. Era usato dagli antichi Romani, ed in particolare dagli atleti, dopo il bagno o dopo gli esercizi ginnici per pulire la pelle dalla polvere, dal sudiciume o dall’olio e unguenti spalmati in eccesso su di essa.

MANNI: “L’ ultima stanza (delle terme) era caldetta; dove, dopo l’ uso dell’ acqua fredda, si tornava a sudare alquanto; e quivi co’  le spugne e co’ le strigili toglievasi il sudore, la polvere ed ogni sordidezza…”. 

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TAVOLETTE CERATE

Erano tavolette di legno con orli rilevati al cui interno si spalmava della cera, su cui si scriveva incidendo i caratteri con uno stilo (stilus) di legno o di metallo, appuntito da una parte e appiattito dall’ altra, per cancellare. Alcuni fori sul margine delle tavolette consentivano di legarne due o più insieme in modo da formare una specie di quaderno. Servivano per scrivere appunti, biglietti, brevi lettere, quietanze, ecc.  Erano impiegate in particolare nelle scuole dagli alunni.

SETTEMBRINI: “I giovanetti lo ascoltavano con grande attenzione e notavano su loro tavolette le belle cose che udivano per tenerle meglio a mente”.

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STADERA

Bilancia tenuta in uso fino al secolo scorso, faceva parte dell’ arredamento della casa romana per pesate in cui non occorresse grande precisione. Era costituita da un solo piatto ed un lungo braccio prismiforme graduato con tacche, all’ estremità del quale erano appese catenelle per sostenere il piatto, e sul quale scorreva un peso equilibratore costante, detto romano; il fulcro della leva era costituito da un gancio che sorreggeva la bilancia.

L. BELLINI: “Se voi l’ allontanate dall’ ago (il romano) facendolo camminare su pel braccio della stadera e porrete nel piatto della stadera peso anco immenso, il romano in quella distanza dall’ ago lo contrappeserà”.

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GRU

Macchina destinata al sollevamento e allo spostamento di carichi pesanti. Era impiegata nella costruzione di ponti o acquedotti, quando i Romani dovevano superare problemi connessi all’ attraversamento di corsi d’ acqua nel primo caso o al trasporto dell’ acqua nel secondo caso. Era impiegata anche come macchina bellica, mediante la quale, con un braccio sporgente dalle mura, si calava una tenaglia per afferrare macchine o oggetti del nemico.

GARZONI: “Egli nell’ assedio gettava dalle mura gru con fortissime catene e contrappesi debiti, con i quali tirava in alto la galea e faceva cadere e perire tutta la gente nel mare.

APPROFONDIMENTO

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GROMA

Strumento usato dagli antichi Romani per tracciare linee rette sul terreno. Era costituito da due bracci uguali, disposti a croce, dalle cui estremità pendevano 4 fili a piombo, imperniati su un’ asta. Era impiegato soprattutto dagli agrimensori per misurare terreni, nella costruzione di strade, per tracciare le linee decumane ed i cardini degli accampamenti militari. Un aiutante si poneva ad una certa distanza con un paletto e lo piantava nel terreno secondo le indicazioni del geometra, il quale traguardava lungo uno dei bracci della groma.

TRAMATER: “Groma……usata da’ Romani a misurare e conoscere l’ estensione d’ un campo per piantarvi le tende”.

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ARCHIPENDOLO

Strumento, detto anche archipenzolo, usato principalmente dai muratori (structores, fabri caementarii), che serviva per verificare l’ orizzontalità di una retta o di un piano.

Consiste in una squadra rigida formata da due aste congiunte ad angolo retto ad un estremo, da cui parte un filo a piombo, e collegate con una traversa.

Quando il filo a piombo corrisponde alla tacca di riferimento segnata sulla traversa, la retta di appoggio dello strumento è orizzontale.

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MERIDIANA DI SIRMIO

Copia della meridiana romana, ritrovata a Sremska Mitrovica in Serbia, l’ antica Sirmium (Pannonia inferiore), base mulitare, ove furono stanziate legioni romane per le operazioni in Dacia.

La meridiana era un orologio solare, costituito da una superficie, recante le linee orarie, sulle quali l’ ombra proiettata dallo gnomone, spostandosi successivamente, segnava le varie ore del giorno.

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SEGA A TELAIO

La sega a telaio, detta anche in quadro, è quella in cui la lama è tesa al centro di un telaio con due stagi. E’ certo l’ uso di questo attrezzo presso gli antichi Romani, carpentieri e falegnami, come dimostrano vari reperti, in cui sono rappresentate seghe a telaio (rilievo di altare ai Musei Capitolini di Roma; stele funeraria dell’ imprenditore Gaius al Museo Rolin di Autun in Francia; rilievo della bottega di un falegname alla Direzione dei Musei comunali di Roma).

Era usata per tagliare soprattutto tronchi e rami di alberi non molto grandi (con diametro inferiore ad un piede circa), in quanto l’impiego di questo tipo di sega è limitato proprio dalla presenza del telaio.

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TRAPANO A VOLANO

Il trapano a volano, detto anche ad asta o ad archetto, è il caso tipico di utensile realizzato nel periodo mesolitico, circa 7.500 anni fa, il cui uso si è protratto per millenni fino agli anni ’50 del secolo scorso. Con la corda arrotolata attorno al ferro cilindrico, esercitando una pressione sulla traversa di legno, si imprime un moto rotatorio al ferro stesso, che dotato di una punta provoca la foratura del materiale sottostante. Il volano serve a mantenere costante la rotazione.

In epoca romana veniva usato fra l’ altro nella scultura lapidea (es. colonna di Marco Aurelio, Arco di Costantino).

Il modello esposto, funzionante, è una riproduzione di un esemplare di epoca romana (I – II sec.) ritrovato negli scavi di Aquincum, sito archeologico presso Budapest. L’ originale si trova presso il museo di questo sito.

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TUBA

Strumento a fiato con canna lunga e diritta dal suono grave e squillante, usato nel mondo romano come tromba da guerra e anche in spettacoli, giochi e cerimonie religiose. Nella legione la tuba dava il segnale della marcia, del montare e smontare di guardia, dell’ assalto in battaglia e della ritirata. La tuba doveva essere purificata nel corso del tubilustrium, festa di purificazione delle tube, che si svolgeva il 23 marzo ed il 23 maggio.

PULCI: “Già mosso è il campo, e la tuba risuona.

GADDA: “E’ il 23 maggio, ricordate, sotto il patronato di Volcano si accudiva al tubilustrium cioè alla lustrazione ossia purificazione delle tube o trombe del culto…”

FOSCOLO: “…precorsa da mavorzie tube, balda rivolge e minacciosa il volo l’ aquila e ingombra di falangi i campi.”

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CORNO

Strumento musicale, di metallo o d’ osso, formato da una tromba ricurva, rinforzata da una barra metallica. Veniva usato negli eserciti per dare segnali ai soldati, soprattutto ai portatori di insegne. Normalmente tube e corni suonavano insieme, soprattutto per avvertire l’ avanzata verso il nemico; ma erano suonate anche in celebrazioni religiose.

MACHIAVELLI: “I Romani usavano i corni e le trombe, come quelli che pensavano, per virtù di tali istrumenti, potere più accendere gli animi de’  soldati e fargli combattere più gagliardamente”.

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SIRINGA

Strumento musicale formato da canne disuguali unite insieme. Emetteva un suono dolce. Si riteneva inventato da Pan, dio dei boschi. Era usato dai pastori e impiegato in rappresentazioni teatrali o durante i convivi in ninfei, per evocare un ambiente pastorale con boschi, fauni, ninfe.

OVIDIO – Metamorfosi: “….in Arcadia viveva una bellissima Naiade chiamata Siringa. Era seguace di Diana e si era votata alla castità. Un giorno Pan vide costei che tornava dal colle Liceo e cercò di prenderla, ma lei fuggì per il bosco inseguita dal dio. Giunse presso il fiume Ladone e qui non potendo più andare oltre pregò le sorelle acquatiche di trasformarla. Pan l’ afferrò credendo di carpirla, invece strinse un ciuffo di canne. Allora l’ aria vibrando dentro le canne produsse un suono delicato simile ad un lamento. Il dio incantato da quella musica, mai udita prima, disse: - Ecco come continuerò a stare in tua compagnia - e, saldate insieme con della cera alcune cannucce di disuguale lunghezza, mantenne allo strumento il nome della fanciulla.”

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CETRA

Antico strumento musicale, composto da una cassa armonica, alle cui estremità erano fissate le corde (da 4 a 11), che venivano fatte vibrare col plettro o con le dita.

Secondo il mito, la prima cetra fu inventata da Apollo, quando Mercurio, per farsi perdonare un furto di bestiame fatto ai suoi danni, donò al fratello un guscio di testuggine, su cui erano tese alcune corde. Al lieve tocco delle dita le corde sprigionavano suoni così armoniosi che Apollo ne restò entusiasta e da allora non abbandonò più il magico strumento, divenendo il dio protettore della musica.

APPROFONDIMENTO

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CIMBALI

Antico strumento musicale, in forma di due emisferi vuoti, tenuti uno per mano dal suonatore, il quale li percuoteva l’ uno contro l’ altro. Nell’ antica Roma i cembali erano molto impiegati da danzatrici e danzatori.

G.B. MARTINI: “Cembalo antico…era un istrumento di rame diviso in due parti, d’ un suono assai gagliardo, fatto in forma di berettino; e prendevasene una parte per ogni mano, e percuotevansi l’ una contro l’ altra”.

D’ ANNUNZIO: “Le Menadi parevano gridar quivi, col capo riverso indietro, con le chiome effuse, con le vesti discinte, percotendo i cembali, agitando i crotali.

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SISTRO

Strumento musicale a percussione di bronzo o di materiale più pregiato, costituito, nella forma più comune, da una lamina metallica a forma di cavallo, attraversata da tre, quattro o cinque asticelle, sempre metalliche,  trasversali mobili e terminante in un manico mobile,. Era utilizzato nelle cerimonie religiose ed in particolare nel culto della dea Iside, che ne era considerata l’ inventrice.

APPROFONDIMENTO

 Ricostruendo l’oggetto si è notato che le suddette asticelle non erano ripiegate nelle estremità al solo fine di non farle fuoriuscire dal corpo dello strumento ma la piega era realizzate in modo scientifico formando una “S”.

Sperimentando poi l’oggetto realizzato si è notato che lo strumento non si suona  facendo percuotere le asticelle ma oscillando il sistro con una mano le asticelle, proprio per la loro forma, vanno  in rotazione emettendo un particolarissimo suono simile ad un sibilo

G. ARGOLI: “Vien turba di donne, e chi con sistro fa squillar l’ aria e chi con canna e corno ”.

D’ ANNUNZIO: “Su l’ ali tremule del vento arrivano le note flebili del sistro isiaco e i cantici d’ amore de le vergini farie” 

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PALLADIO

Secondo la mitologia greca, il Palladio era il simulacro ligneo della dea Atena, che Zeus donò a Ilo, il fondatore di Troia, facendolo cadere dal cielo davanti a lui. Era conservato in un grande tempio appositamente costruito, perché vegliasse sulla città. Per i Troiani era il simbolo del favore degli dei: “fin quando esso fosse rimasto al suo posto i Greci non sarebbero riusciti ad espugnare Troia”. Per questo motivo Ulisse e Diomede riuscirono con l’ astuzia a rapirlo. Dopo la distruzione di Troia, Diomede consegnò il Palladio ad Enea, che lo portò in Italia e lo tramandò alle generazioni della sua stirpe fino a Roma. Qui fu conservato nel tempio di Vesta e venerato anche dai Romani come simbolo della protezione degli dei.